Ancoraggio dell’osservatorio sottomarino di CFB1

2022-05-20 Rosario Riccio Comments Off

Il giorno 23/04/2022 alle ore 04:08-UTC (06:08 locali), la strumentazione a bordo della stazione sottomarina CFB1 nel Golfo di Pozzuoli (lat. 40° 48’ 32.47’’ N, lon. 14° 8’ 39.33’’ E, profondità di 40.6m), di proprietà dell’INGV – Osservatorio Vesuviano di Napoli, ha registrato dei segnali presenti numerose anomalie.

Tali segnali non sono riconducibili ad eventi sismici o vulcanici, o comunque, naturali monitorati per l’area sommersa dei Campi Flegrei, bensì sono plausibilmente ascrivibili alle operazioni marittime di natanti aventi scopo di pesca avvenuti nell’area in cui è ubicata la stazione CFB1. In Figura 1 è riportata la mappa dell’infrastruttura marina permanente di monitoraggio multi-parametrico, nel Golfo di Pozzuoli, con l’indicazione dei punti in cui sono presenti i quattro sistemi (boa e osservatorio sottomarino); il modulo di CFB1 è quello più a NE.

 

In Figura 2 vengono mostrati i segnali registrati su una finestra temporale pari a 20 minuti a partire dalle ore 04:07-UTC. Segue una breve relazione contenente l’analisi dei dati relativa all’evento con la loro corretta interpretazione.

Figura 1 – Mappa con l’ubicazione dei quattro sistemi (boe e modulo sottomarino) dell’infrastruttura MEDUSA; la stazione CFB1 è quella più a NE dell’area del Golfo di Pozzuoli.

In particolare, i canali dei segnali mostrati nel riquadro superiore della figura precedente sono i seguenti (dall’alto verso il basso):

• Sensore di pressione (BPR, unità di misura: dbar, equivalenti a metri d’acqua);

• Sensore Compass di misura dell’heading (HEA, bussola digitale, unità di misura: gradi da nord, senso antiorario);

• Sensore Compass di misura della componente di pitch (PIC, unità di misura: gradi);

• Sensore Compass di misura della componente di roll (ROL, unità di misura: gradi);

• Idrofono (HD2, unità di misura: pascal);

• Sismometro, componente nord/sud (HHB, unità di misura: mm/s);

• Sismometro, componente est/ovest (HHC, unità di misura: mm/s);

• Sismometro, componente verticale (HHZ, unità di misura: mm/s).

 

Nel riquadro inferiore, invece, vengono mostrate le tracce di un sensore tiltmetrico di precisione, saldamente installato all’interno del fondale, distante pochi metri dalla stazione sottomarina di CFB1; i due sistemi di misura sono tra loro separati ed indipendenti. Questi i canali mostrati nel riquadro di Figura 2 (dall’alto verso il basso):

• Sensore tiltmetrico, misura dell’heading, bussola digitale (TLH, unità di misura: gradi da nord, senso antiorario);

• Sensore tiltmetrico, misura della componente di roll (TLX, unità di misura: microradianti);

• Sensore tiltmetrico, misura della componente di pitch (TLY, unità di misura: microradianti).

 

Ipotesi molto probabile, confutata con le analisi che seguono, è che l’osservatorio sottomarino CFB1, adagiato sul fondale, sia stato agganciato da alcune reti da pesca fraudolenta.

Come si evince dalla curva corrispondente al sensore di pressione (BPR), durante tale evento è stato misurato un calo drastico della pressione misurata sul fondale (circa 2 dbar, corrispondente ad un sollevamento in acqua di altrettanti metri dal fondale). Appare del tutto verosimile che il modulo sottomarino possa essere stato letteralmente “pescato” ed issato di circa due metri dal fondale, per poi essersi liberato bruscamente e deposto nuovamente sul fondale stesso (con posizione e direzione di puntamento finali diverse), per caduta libera in acqua.

Infatti, ad avvalorare la fondata ipotesi avanzata, si possono analizzare i dati registrati dai vari sensori installati a bordo del modulo. Più precisamente, il sensore di pressione BPR, prima dell’evento, rilevava una pressione media misurata pari a 50.6 dbar; durante l’evento ha avuto un picco in diminuzione pari a 48.5 dbar, per poi assestarsi finalmente a 50.4 dbar.

Questo comportamento è sinonimo che l’osservatorio sottomarino della stazione CFB1 dell’infrastruttura MEDUSA (Golfo di Pozzuoli) sia stato sollevato di circa due metri e letteralmente spostato su di un fondale di profondità inferiore, dal momento che la pressione misurata è strettamente correlata alla profondità.

Inoltre, il sensore di heading del Compass (bussola digitale, canale HEA) installato a bordo dell’osservatorio sottomarino misurava, prima del verificarsi dell’evento, il valore di 281.2° (puntamento a W-NW), per poi misurare, a fine evento, il valore di 224.8° (direzione di puntamento a W-SW).

Infine, il sensore di pitch installato a bordo dell’osservatorio sottomarino misurava, prima del verificarsi dell’evento, il valore di 0°, per poi misurare, a fine evento, il valore di 3.7°; invece, il sensore di roll misurava 5.2°, prima, e 2.9° poi, segno che il modulo sottomarino è stato, di fatto, inclinato.

Queste prime analisi ci indicano chiaramente che il modulo sottomarino, in questo intervallo di 20 minuti, ha subito parecchie sollecitazioni e rotazioni.

Le due principali sollecitazioni sono state registrate alle 04.08-UTC e alle 04:24-UTC.

Il sensore tiltmetrico di precisione, indipendente e fisicamente separato dal modulo sottomarino di CFB1, non ha registrato, invece, alcuna anomalia, in linea col fatto che la natura dei segnali rilevati non è riconducibile ad una attività di tipo naturale dell’area vulcanica monitorata.

La Figura 3 che segue mostra, invece, i segnali differenziati (funzione matematica di derivata) del sismometro (questo sensore registra le velocità del moto del suolo): esse ci danno delle indicazioni sull’accelerazione che il modulo sottomarino ha subìto: circa 0.2g di accelerazione, in valore assoluto. Dal momento che la componente verticale dell’accelerazione misurata continua ad avere un valore non negativo per la componente HHZ derivata dopo il verificarsi dell’evento, se ne può dedurre che l’osservatorio sottomarino non è stato ribaltato.

Figura 2 – Segnali registrati dalla strumentazione della stazione sottomarina CFB1 (riquadro superiore); segnali registrati dal tiltmetro solidale al fondale (riquadro inferiore).

In seguito a tale evento il sismometro è stato danneggiato, come si può notare dalla successiva Figura 4. Essa ci mostra le tre funzioni matematiche di PSD (Power Spectral Density) giornaliere che vengono correntemente utilizzate per valutare la qualità dei segnali registrati (viene mostrata solo una delle sue due componenti orizzontali: HHB).

Figura 3 – Segnali in accelerazione registrati dal modulo sottomarino CFB1.
Figura 4 – curve di PSD giornaliere relative ad una componente orizzontale (HHB) del sismometro, per i giorni 22, 23 e 24 aprile 2022 (da sinistra a destra).

L’immagine di sinistra mostra come dovrebbe essere l’andamento di tali curve in stato di corretto funzionamento; quella centrale, invece, evidenzia come esse si sono modificate durante la giornata in cui si è verificato l’evento; infine, l’immagine di destra mostra come si sia degradata la qualità dei segnali registrati.

Per recuperare l’uso del sensore, il 26/04/2022 alle ore 07.38-UTC, la strumentazione del modulo sottomarino di CFB1 è stata momentaneamente spenta. Al successivo riavvio, si è provveduto ad effettuare un’operazione di re-levelling del sismometro; questo ha consentito di recuperare la componente guasta del sensore, così come si evince dalla successiva Figura 5, dove la relativa funzione di PSD è ritornata ai livelli precedenti all’evento.

Figura 5 – curve di PSD relative ad una componente orizzontale (HHB) del sismometro; la figura a sinistra mostra quella del giorno 26/04/2022, successiva all’evento; quella a destra, 27/04/2022, dopo la procedura di re-leveling del sensore, la quale mostra che essa è andata a buon fine.

Conclusioni

I segnali registrati dall’osservatorio sottomarino di CFB1 sono probabilmente ascrivibili a operazioni di pesca sul fondale dell’area del Golfo di Pozzuoli, e lasciano pochi dubbi relativi alla loro interpretazione: il modulo strumentato è stato letteralmente agganciato da sistemi di pesca a strascico sul relativo fondale (circa 40 metri di profondità). Dall’analisi dei segnali si deduce che l’intero modulo ha subito spostamenti, orizzontali e verticali, piuttosto consistenti, e che esso è stato spostato in una nuova posizione, con orientamento spaziale cambiato.

Nella Figura 2, a riprova di quanto affermato, sono stati altresì mostrati i segnali registrati da un sensore tiltmetrico estremamente sensibile, installato direttamente nel fondale (insabbiato ad un metro di profondità), a pochi metri dall’osservatorio sottomarino (quest’ultimo adagiato sul fondo ed indipendente dal tiltmetro), in cui non si evidenzia alcuna variazione del segnale registrato. Contrariamente, i sensori installati sull’osservatorio sottomarino hanno subito uno shock dovuto al brusco movimento al quale è stato soggetto.

Essendo i due sistemi tra loro indipendenti, queste analisi mostrano che nell’area sottomarina non è avvenuto alcun fenomeno imputabile a manifestazioni vulcaniche o di altra manifestazione naturale, ma che l’osservatorio sottomarino sia stato oggetto ad azioni imputabili alla pesca vietata che insiste nell’area da diversi anni.

Infatti, simili eventi sono stati registrati anche in passato e recentemente sulla stazione CFSB (CUMAS in mappa). Nel 2018, un piccolo osservatorio sottomarino di test è stato letteralmente agganciato dalle reti di pesca dal fondale di circa 100 metri (stazione CFSB) ed è andato irrimediabilmente perso; inutili sono risultati i tentativi di ispezione subacquea per il suo ritrovamento, effettuate con l’ausilio di un ROV.

Numerosi altri episodi, di cui due molto recenti (ottobre 2021), hanno irrimediabilmente danneggiato parte della strumentazione del modulo sottomarino della stazione di CFB3 (distruzione di un correntometro), ed altrettanto dicasi per la strumentazione del modulo sottomarino della stazione di CFSB (distruzione di un correntometro e danneggiamento irreversibile del cavo di collegamento del modulo alla boa fuori acqua; profondità pari 100 metri).

Seguiranno a breve ulteriori relazioni con informativa che sarà trasmessa alle Autorità competenti.